Segnalo l’interessante report, aggiornato al settembre 2018, della presidente dell’AIOM - Associazione Italiana Oncologia Medica.
I dati sono, globalmente, positivi, ed estremamente interessanti.
Le diagnosi di tumore maligno sono in aumento: siamo giunti a quasi 1.000 nuove diagnosi al giorno. Sicuramente il dato indica l’importanza del fenomeno, ma non lo si può definire negativo, anzi.
Le nuove diagnosi implicano anche maggiore attenzione allo screening e alla prevenzione e migliori strumenti diagnostici.
A fronte di un incremento di nuove diagnosi è invece stabile il numero di decessi per tumore ed è in aumento la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi.
Più attenzione, più prevenzione, migliori strumenti diagnostici, nuove terapie, trattamenti più efficaci.
Chi si occupa di oncologia sa bene che la grande sfida, e l’assoluta necessità, è affiancare a diagnosi e terapie l’attenzione per il paziente come persona.
Nella popolazione italiana vi sono oltre 3.400.000 persone (il 5,6 per cento della popolazione) che hanno avuto una diagnosi di tumore. (fonte: AIRC)
Le parole tumore o cancro fanno ancora paura: medici, paramedici, personale sanitario possono molto, ma non tutto.
L’impegno della sanità è e deve essere quello di migliorare ulteriormente aspetti diagnostici e terapeutici, ma l’impegno di tutti deve essere far sì che la qualità di vita di chi riceve una diagnosi di tumore sia la migliore possibile: e per far questo non bastano ricette, macchine e molecole!
E il farmacista? Perché questi dati dovrebbero riguardare il management in farmacia?
Credo che la risposta sia abbastanza ovvia: esiste una realtà quotidiana del malato di tumore in cui il farmacista è un interlocutore prioritario e un referente di fiducia.